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Ricchezza e povertà. Da secoli, ancora oggi purtroppo, sono due antitesi dell’essere umano. Nascere in ricchezza o in povertà può essere determinante nel destino dell’individuo. Questi due concetti, così da sempre intrinsechi nelle società di tutti i tempi, devono essere stati fonte di ispirazione negli anni ’20 del ‘900 quando al pittore Raffaele Scalia, di ritorno alla città natale dopo l’esperienza newyorkese al Teatro Metropolitan, venivano commissionati i decori dell’ingresso liberty di Palazzo Spadaro. L’antica tradizione popolare narrava infatti che le due rampe laterali della elegante scalinata a tenaglia avevano una destinazione d’uso differente, uno per la nobiltà e uno per la servitù. Così nacquero le tele allegoriche di Scalia che adornano ciascun lato della scalinata: la tela “Allegoria della Ricchezza”, raffigurante una famiglia agiata dove una madre con due ragazze ed una bambina sono rappresentate nel pieno della felicità e della serenità familiare; la tela “Allegoria della Povertà” dove invece una povera donna con tre bambini attorno chiede l’elemosina. Tutti e quattro, però, protetti da una figura angelica, vestita di bianco.

La tradizione popolare ha consegnato ai posteri questo aneddoto che ci racconta di ingressi diversi per diverse classi sociali. Di certo, la porta laterale sulla rampa dove è posta la tela “Allegoria della Povertà” conduce ad un terrazzino che è il tetto di un ponte che unisce Palazzo Spadaro al palazzo di fronte e verosimilmente lì, un tempo, c’erano le stanze della servitù.

Marzo 21, 2022
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